Erano passati tre anni dall’ultima volta in cui Alex era andato in Sardegna. L’aveva sempre fatto volentieri perché andava al mare, ma stavolta era diverso: doveva starci tre mesi senza i genitori, che avendo perso il lavoro avevano deciso di fare la stagione in un albergo. Così l’unica soluzione era mandare Alex dai nonni.
«Non ci vado tutta l’estate in Sardegna! Voglio stare a Torino. A Genoni non conosco nessuno!>>.
Alla fine, suo malgrado, era dovuto partire.
Il viaggio era stato faticoso, il percorso era tetro a causa delle vaste aree colpite da incendi, il paese era piccolo e in giro non c’era nessuno.
L'arrivo a Genoni non migliorò il suo stato d'animo, la casa dei nonni era vecchia ...
... e in cortile c'erano oche, galline e un cane.
La camera per Alex era quella appartenuta al padre prima della sua partenza al Nord.
Alex era ancora colmo di rabbia, ma la curiosità per la stanza e la fatica del viaggio, lo avevano rilassato a tal punto che si addormentò vestito.
«Alex svegliati, è ora di colazione» chiamava la nonna dal piano di sotto.
Alex al risveglio si ricordò della Sardegna.
La colazione era una festa di colori, odori e sapori e per mezz'ora il ragazzo non pensò a Torino.
Per giorni quello rimase il suo solo momento di serenità. Non aveva neppure la Play con cui distrarsi!
L’unico passatempo erano le riviste di cavalli. Il nonno, notando questo suo interesse, gli chiese: «Ti piacciono i cavalli? A Nuragus ho un amico che ti insegnerebbe equitazione». «Non vedo l’ora di cominciare!» fu la risposta.
All’alba, non avendo chiuso occhio per l’emozione, Alex era già in piedi, pronto per la prima lezione.
Al maneggio l’amico del nonno disse subito: «Se sei figlio di Carlo non avrai bisogno di me per andare a cavallo, perciò entra nel recinto e divertiti!». Prima che il ragazzo potesse controbattere, l’uomo era già sparito.
Alex decise di montare Nera, ma ad suo ogni tentativo la cavalla sembrava prendersi gioco di lui. Finalmente Alex riuscì ad afferrare le briglie, ma Nera si scostò e lui finì a terra. Solo allora si accorse della presenza di una ragazza. Il suo volto divenne rosso fuoco per la vergogna e per l’immediata attrazione verso di lei. Sonia si mise a ridere e subito disse: «Anch’io le prime volte sono caduta, ma non preoccuparti! Si impara presto e tu sembri portato!».
I due diventarono inseparabili e ogni giorno Alex andava a prendere lezioni da Sonia dimenticandosi del calcio, della Play e di Torino.
Dopo pochi giorni i due ottennero il permesso di cavalcare all’esterno e durante un'escursione nelle campagne di Nuragus, vicino a dei ruderi e a un nuraghe, i cavalli cominciarono ad agitarsi e a scalciare. Sonia urlò: «Andiamo via o i cavalli ci scaraventeranno a terra!». Così i due tornarono indietro e Sonia spiegò che si trattava delle rovine dell’antica città di Valenza e del nuraghe di Santu Milanu. Sapeva anche che diverse leggende parlavano di quei luoghi.
L'indomani a casa di Alex, mentre i due cercavano un modo per trascorrere la giornata, Sonia propose: «Cerchiamo un tesoro!». Alex era appassionato di racconti d’avventura, ma a Torino era difficile trovare un'ambientazione verosimile, qui invece tutto era perfetto. Cominciarono la ricerca di dobloni d'oro e subito si unì a loro il cane Diaz, che divenne subito il capitano indiscusso. I tre cercarono indizi in ogni angolo del giardino, poi seguendo Diaz scesero in cantina, dove erano disposti in perfetto ordine un'infinità di oggetti e attrezzi. Ad un certo punto lo sguardo di Alex venne catturato da un quadro poggiato su uno scafale. Vi erano raffigurati alcuni cavalli imbizzarriti davanti a delle rovine che sembravano quelle viste il giorno prima. Incuriositi dalla coincidenza, andarono a chiedere spiegazioni al nonno, che, però, intimò loro di rimettere tutto a posto.
I due passarono il resto della giornata a leggere le riviste sui cavalli. Alex non sapeva di chi fossero, ma quella era la stanza di suo padre e la nonna gli aveva assicurato che nulla vi era stato toccato dal giorno della sua partenza. Alex non sapeva di questa passione del padre!
La mattina seguente i due amici si ritrovarono ancora nella casa che ormai Alex iniziava a considerare sua, dato che in fondo ci abitava da un mese.
Alla ricerca del tesoro guidati dal cane, anche stavolta finirono in cantina. Diaz, annusando il pavimento, li portò verso una vecchia cassa, che aprirono come fosse un tesoro. All'interno trovarono una sella con i finimenti ancora scintillanti. Stupiti per la scoperta, si chiesero: Cosa ci fa una sella se il nonno non possiede cavalli? E a chi appartengono le riviste in camera? Cosa rappresenta quel quadro? Decisi ad avere risposte concrete, cercarono il nonno.
Le richieste incalzanti non lasciarono alcuna possibilità di scelta al vecchio, che promise di raccontare tutto. Sonia ottenne il permesso di restare a dormire da Alex, perché questa storia non poteva perderla.
La sera il nonno cominciò: «So che tuo padre non ti ha mai raccontato nulla, ma io sapevo che anche tu prima o poi, essendo sangue del suo sangue, ti saresti innamorato dei cavalli. Le riviste erano proprio le sue e la sella il premio aggiudicatosi quando si era scommesso che non avrebbe vinto per tre anni di fila il rodeo di Genoni. Tuo padre vinse per cinque anni consecutivi, fino a quando decise di mollare tutto».
«Non sapevo che papà andasse a cavallo!» disse Alex.
«Tante cose non conosci della nostra terra!». Poi proseguì: «Tuo padre, oltre che il miglior fantino della zona, era anche il miglior domatore.
Il lavoro non gli mancava. Ma un giorno tutto è cambiato: mentre montava uno stallone appena domato, nei pressi del pozzo sacro il cavallo si era agitato tanto da disarcionarlo. Il cavallo scappò via imbizzarrito e tuo padre rientrò a piedi. Dopo appena un mese dall'incidente, partì in cerca di lavoro al Nord». Il nonno zittì, poi aggiunse: «Nessuno sa per quale motivo sia andato via».
Il mattino seguente Alex e Sonia prepararono delle provviste e con Diaz partirono per la città vecchia.
Esplorarono il nuraghe e il pozzo, finché Diaz, nervoso, li condusse verso le rovine della chiesa. Davanti all'ingresso, il cane cominciò a latrare. Raccolto tutto il coraggio possibile, andarono avanti, ma non trovarono nulla, anche perché non sapevano cosa cercare.
Subito rientrarono a casa con l’intenzione di chiedere spiegazioni sul comportamento del cane.
L'incalzare delle domande aveva spinto il nonno a dare nuove spiegazioni: «Su Genoni e Nuragus si raccontano numerose leggende tra cui quella de Sa musca macedda.
Sa musca macedda è un insetto malefico simile ad una vespa, ma dotato di un pungiglione mortale e posto a custodia di un tesoro immenso nascosto nell’antica Valenza. Si dice che sia stata la responsabile della fine della città, dalla quale i superstiti fuggirono per poi fondare Nuragus.
«Ma perché i cavalli se si avvicinano alla chiesa si imbizzarriscono? E perché Diaz ringhia?» chiese Alex.
«Come sapete, gli animali hanno un udito molto più evoluto del nostro e un sesto senso che permette loro di sentire cose che noi non possiamo immaginare. Secondo me sentono il ronzio de sa musca macedda e questo li terrorizza» rispose il nonno.
«Quindi se c’è la mosca, c’è anche il tesoro?» chiese Sonia. «Ma se è così semplice, perché nessuno l'ha mai trovato?»
«Io non ho detto che nessuno l'ha mai trovato». Poi aggiunse: «Si dice che esista una grotta che custodisce due casse identiche, contenenti una un tesoro straordinariamente ricco e l'altra sa musca macedda.
Trovare le casse e aprire quella sbagliata significherebbe la fine di tanti paesi. Molti hanno fatto delle ricerche e qualcuno non è mai tornato, altri pare siano impazziti di fronte alla scelta».
I ragazzi ripresero le escursioni a cavallo e presto Alex divenne un bravo fantino, ma del tesoro nessun indizio.
La fine dell'estate si avvicinava e Alex pensava al rientro a Torino. «E dire che non ci volevo venire! È l'estate più bella della mia vita, non mi sono mai divertito tanto! Qui è un paradiso, chissà perché mio padre è voluto andar via!».
Le ricerche proseguirono senza risultati, finché un giorno nei pressi del nuraghe Sonia chiese: «Alex, se fossi tu a dover nascondere un tesoro, dove costruiresti l’ingresso della grotta che lo custodisce?»
Alex ci pensò e disse: «Beh, un ingresso sicuro lo farei sott'acqua». Diaz schizzò giù verso il pozzo sacro con loro dietro. Ci girarono intorno poi Sonia si tolse le scarpe e iniziò a scendere i gradini. Alex la seguì. Tenendo gli occhi chiusi ne tastarono le pietre, infilarono entrambi i piedi nell'acqua quando all'improvviso si trovarono sommersi. Ci fu un istante di agitazione, ma subito trovarono l'ingresso asciutto di un cunicolo. Consapevole di aver fatto una scoperta eccezionale Sonia chiese: «Chi siamo noi per decidere il futuro di tanta gente? E se aprissimo la cassa sbagliata? Vogliamo davvero mettere a rischio la vita di tante persone, anche quelle a cui vogliamo bene? Io la tua vita non la metto in gioco, non me la sento!»
Alex rispose: «Questa notte non ho dormito! Ho ripensato a quando la mamma mi ha detto che sarei dovuto venire in Sardegna. A Torino non sono mai uscito da solo, non è pensabile farlo, invece qui passo intere giornate fuori casa. A Torino non avevo amici veri. Qui tutto è diverso, gli amici sono davvero tali e trascorro intere giornate con te, che sei sempre mia amica. È bellissimo e mi mancherà quando tornerò a Torino! Prima di venire qui pensavo alla Sardegna come a un posto noioso, ma ho capito che non è così: vado ogni giorno alla ricerca di un tesoro! Non voglio più entrare lì, il mio tesoro sei tu, i cavalli, la libertà, gli amici veri, la Sardegna e ora che l'ho trovato non ci voglio rinunciare!».
I due ragazzi si abbracciarono e uscendo fuori Sonia disse: «C'è una cosa di cui non ti ho ancora parlato: mio padre ha comprato altri cavalli. Gli servirà un allenatore e mi ha promesso che sentirà tuo padre».
L’estate stava finendo e i due amici passavano il tempo a cercare altri tesori.
Istituto Comprensivo di Laconi - Sede di Genoni a.s. 2012-2013
Alunni:
Caradonio Giorgia
Imbesi Lorenzo
Lecis Sofia
Mallocci Erica
Medda Maria Maddalena
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Minnai Fabio
Orrù Luca
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Pitzalis Gian Paolo
Sanna Chiara
Sanna Debora
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Serra Francesco
Serra Luca
Spurio Catena Marco
Vinci Federico
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