Ziu Lilliu il giorno della festa di Sant’Antonio si era incamminato come ogni giorno, per accompagnare il santo, nella processione dove c’èra il falò principale, che si trova appunto, in via sant’Antonio. A Laconi c’è la tradizione di far fare tre giri al santo. Gli abitanti, come un tempo portano cibi tradizionali : “su pani e sapa e pabassinasa”. Egli si addormentò e sognò di trovarsi in questa bellissima festa. Sentì un rumore sinistro. Si voltò e vide un tronco che era caduto dal falò e aveva formato un’apertura triangolare in mezzo al fuoco. Si avvicinò all’apertura incuriosito. Sporse la testa vicino alle fiamme e, di colpo, una mano dal fuoco lo prese e lo trascinò in mezzo al falò. Si ritrovò in una caverna con tante gallerie e disorientato si guardò intorno. Era spaventato, sentì dei lamenti inquietanti: si accorse di avere una mano sulla spalla, ma voltandosi vide soltanto una nube scura svanire nel nulla. Si sforzò di pensare che fosse una sua illusione e scelse una delle tante gallerie denominate grotte di Pauli. Camminando nel tunnel si accorse che le pareti erano di ghiaccio e che all’interno del muro vi erano lugubri corpi in decomposizione. Mentre percorreva terrorizzato la galleria sentì una voce che pronunciava il suo nome insistentemente e con un tono satanico:- Ziu Lilliuuuuuuu, Ziu Lilliuuuuuuuu, tranquillo, sei quasi arrivatooooo-! Ad un tratto si trovò, in una sala circondata dalle fiamme, dove si intravedeva una figura umana incappucciata e con un lungo mantello rosso! – Finalmente sei arrivato Ziu Lilliu, voi mortali mi avete rubato la” scintilla primordiale”, prendendovi il potere del fuoco e indebolendomi. Ve la farò pagare a tutti, a cominciare da te, Ziu Lilliu! Ritieniti fortunato perché oggi sono di buon umore. Ti farò superare delle prove per divertirmi, tanto so che non le supererai mai. – Così il fuoco lo avvolse. La voce misteriosa disse:- Ziu Lilliu, non sei contento di avere avuto una vita così lunga? Sai, potevo intervenire facendo morire i tuoi cari . Ora, prendi un pugnale e, uccidi tua figlia! Egli, invece corse piangendo da lei, che non vedeva da anni e l’abbracciò. L’incappucciato incollerito disse:- Basta! non voglio vedere amore nel mio regno. La figura misteriosa rispose che doveva scegliere una stella tra tutte quelle della galassia. Se avesse scelto quella prefissata avrebbe superato la prova, diversamente sarebbe andato a far parte del mosaico dei corpi, sul muro della galleria di ghiaccio. Lo portò nell’immensa galassia e lo fece sedere su un piccolo asteroide davanti a milioni di stelle e disse:-Puoi cominciare, ho scelto la mia stella. - Ziu Lilliu, sfruttando un insegnamento del padre guardò dov’era indirizzato lo sguardo della persona misteriosa e disse: - Hai scelto la stella che si trova proprio davanti a te. Il signore misterioso gli rispose pieno di collera:- Va bene, hai indovinato! Hai superato anche questa prova, ma ora devi saltare delle punte di ferro e dei tubi infuocati, nuotare nell’acqua ghiacciata e masticare il ghiaccio fatto apparire dall’incappucciato. Ziu Lilliu, molto astuto, prima decise di tuffarsi nella vasca ghiacciata, dopo infreddolito, si mise a saltare gli ostacoli infuocati e, poi, accaldato bevette tutto il ghiaccio che l’incappucciato gli aveva preparato in un secchio, in un solo sorso. Chiese al signore misterioso se, dopo aver avuto tutto quel coraggio, avrebbe potuto rimandarlo alla festa. Egli infuriato con Ziu Lilliu, disse:- Stai forse dicendo, anzi provando a dirmi cosa devo fare? Ziu Lilliu mortificato non fece in tempo a dire:- Mi scusi-, che subito l’incappucciato gli disse arrabbiato:- Tu, non hai idea di chi, anzi con chi hai a che fare! All’improvviso, un sacco di strani omini, simili al signore infuriato, riempirono un grosso pentolone e lo accesero con tutta la legna possibile. L’intenzione era bruciarlo vivo oppure farlo cadere a poco a poco, se non avesse pronunciato correttamente queste parole: “Chicchita, Chicchita, no porta frochitta no porta cullera, Chicchita affruddiera”. Ziu Lilliu si mise a ridere, solo al pensiero che dovesse ripetere una canzoncina banalissima come quella in sardo! Il signore incappucciato si sentì ridicolizzato e umiliato; lo doveva aggiungere al mosaico di corpi, nelle cosiddette “Grotte di Pauli”. Solo a quel pensiero Ziu Lilliu rabbrividì e disse:- Voglio tornare nel mio mondo, ho capito “tui sese su Bugginu”! Cattivo, cattivo, voglio tornare dalla mia famiglia!- Il diavolo ad un certo punto disse:-Ti voglio dare la possibilità dei cinquanta calici. Lo bendò e gli fece annusare tutti i cinquanta tipi di vino. Successivamente mise un po’ di veleno in quarantanove calici e, dopo aver tolto la benda (a Ziu Lilliu) disse:- Ho messo il veleno in quarantanove calici, l’unico senza è il calice dove c’è del moscato! Se lo avesse trovato sarebbe stato liberato, diversamente , sarebbe rimasto prigioniero per il resto della sua vita. Prese quello sbagliato, ed il diavolo disse:-Mi dispiace molto, ma dovrai restare qui all’ Inferno per sempre. Ziu Lilliu corse via cercando di uscire da quel posto maledetto e il diavolo gli corse dietro, così dalla paura e dalla stanchezza, si svegliò. Gli amici lo chiamarono per la cena, così Ziu Lilliu mangiò tranquillo senza la presenza del diavolo. Il giorno dopo Ziu Marieddu(cugino di Ziu Lilliu) volle recarsi dalla borgata S.Sofia a Laconii. Andò dal cugino, vicino di zia Tattana e sua grande amica, in via “ de s’angione biancu e nieddu”. Dopo aver chiesto informazioni, a zia Tattana, andò a casa di Ziu Lilliu. Bussò ma non lo trovò , perché Ziu Lilliu era andato a cenare nel rione del suo falò. All’ improvviso vide suo cugino arrivare . C’ era molto freddo. Ziu Lilliu si accorse che c’ era qualcuno alla porta di casa. Guardando bene in faccia il curioso omino, posizionato davanti alla porta della sua umile dimora, capì che era suo cugino Marieddu. Quando fù veramente sicuro che fosse Ziu Marieddu, lo invitò a casa e gli chiese se rimaneva a dormire. Dopo la splendida notte di intenso riposo Marieddu decise di raccontare la sua avventura a Lilliu. Gli raccontò che nella borgata di Santa Sofia dove viveva, più precisamente a su Dominariu, si era svolta una fiera del cavallo. Ziu Marieddu che, non si perdeva mai quella fiera, come ogni anno, decise di andarci. Appena arrivato notò i recinti con i cavalli, i box, il percorso e varie bancarelle. Vedendo quel ben di Dio, ziu Marieddu corse a casa a prendere il portafogli, così avrebbe comprato qualche ricordo della fiera. Vendevano: selle , briglie, freni, capezza, collane e sotto-sella, poi in altre bancarelle, indumenti di velluto, pesci, caramelle e torrone. Oltre a ciò, c’ era “sa parada” , dove vendevano bibite fresche. Impegnò quasi completamente tutto ciò che aveva nelle bancarelle. Inoltre c’era la lotteria. I premi erano vari: un cavallo di razza pura, già domato, un equipaggiamento completo per un cavallo, un maialetto, infine una forma di formaggio di “ Liberau”,( un altro signore di Santa Sofia) che allevava pecore e capre. Ziu Marieddu pensava di non vincere nulla, vinse il cavallo e l’ equipaggiamento completo. Quando venne annunciata la gara, Ziu Marieddu decise di partecipare col cavallo che aveva vinto ( chiamato Scheggia), con lui arrivò secondo. Se ne andò e si addormentò profondamente. L’ indomani gli venne voglia di scoprire qualcosa in più su Santa Sofia e scoprì che nelle remote campagne di questo piccolo paesino si trovavano i muraglioni e poi anche “is casteddoso”, che erano delle grandi rocce affascinanti, decise di visitarle. Col suo gran coraggio decise di salire sulla pietra dove gli si stagliava davanti un bellissimo panorama col Flumendosa. In lontananza c’era una maestosa costruzione in pietra e una cascata! Il giorno dopo prese Scheggia, rimase colpito da un’altura composta da grandi e altissime pietre che in antichità ospitavano banditi che di notte agivano nei paesi. Andarono a Sant’Antonio. Cominciò a tuonare e a lampare . Corsero in gran fretta verso la Chiesetta e si accorsero che Satana li inseguiva con una spada infuocata. In chiesa il maligno si fermò e, tutte le statue e l’altare all’interno della Chiesa, si illuminarono. Il diavolo, accortosi che padre Peppineddu li aveva aiutati disse: Purezza del Cristo No!E cominciò a scappare verso il falò dal quale era uscito. Dopo decise di andare a Santa Sofia, chiese informazioni a Zia Tattana, una vecchia centenaria che abitava vicino a casa sua. Decise di comprare: campanelle e del vino per il tragitto da Ziu Barore, che gli diede il migliore che aveva in cantina, detto “Sa Stiddiosa”. La mattina seguente diede da mangiare agli animali acquistati da Ziu Buttiu. Alle “16,15”, andò a prendere la Madonna da trasportare fino alla chiesetta di Santa Sofia. Scaricarono la Madonna, la portarono a piedi fino alla chiesetta dove c’era un rinfresco. Il giorno dopo, andò a “Sa Staria”, locale situato nei pressi di un importante incrocio per la transumanza del bestiame, che negli inverni freddi, le greggi e le mandrie scendevano dalle montagne nel Campidano. Lì avrebbe sicuramente trovato un alloggio e qualcosa da mangiare. Gli portarono “Su succu”, il capretto e un maialetto arrosto. Chiacchierò un po’ col proprietario, poi tornò a casa soddisfatto, ripensando al trascorso in quei giorni di feste. Dopo aver raccontato la sua avventura a Ziu Lilliu, questi rispose:- La tua avventura è stata molto più divertente della mia, perché al contrario, la mia, era un incubo. Dopo queste meravigliose storie, i due cugini decisero di fare una passeggiata. Mentre camminavano Ziu Lilliu decise di recitare delle filastrocche insieme a tutti gli altri anziani del paese per ricordare il loro passato. Fecero una festa, così Ziu Lilliu si dimenticò del suo incubo.
Ziu Lilliu il giorno della festa di Sant’Antonio si era incamminato come ogni giorno, per accompagnare il santo, nella processione dove c’èra il falò principale, che si trova appunto, in via sant’Antonio. A Laconi c’è la tradizione di far fare tre giri al santo. Gli abitanti, come un tempo portano cibi tradizionali : “su pani e sapa e pabassinasa”. Egli si addormentò e sognò di trovarsi in questa bellissima festa. Sentì un rumore sinistro. Si voltò e vide un tronco che era caduto dal falò e aveva formato un’apertura triangolare in mezzo al fuoco. Si avvicinò all’apertura incuriosito. Sporse la testa vicino alle fiamme e, di colpo, una mano dal fuoco lo prese e lo trascinò in mezzo al falò. Si ritrovò in una caverna con tante gallerie e disorientato si guardò intorno. Era spaventato, sentì dei lamenti inquietanti: si accorse di avere una mano sulla spalla, ma voltandosi vide soltanto una nube scura svanire nel nulla. Si sforzò di pensare che fosse una sua illusione e scelse una delle tante gallerie denominate grotte di Pauli. Camminando nel tunnel si accorse che le pareti erano di ghiaccio e che all’interno del muro vi erano lugubri corpi in decomposizione. Mentre percorreva terrorizzato la galleria sentì una voce che pronunciava il suo nome insistentemente e con un tono satanico:- Ziu Lilliuuuuuuu, Ziu Lilliuuuuuuuu, tranquillo, sei quasi arrivatooooo-! Ad un tratto si trovò, in una sala circondata dalle fiamme, dove si intravedeva una figura umana incappucciata e con un lungo mantello rosso! – Finalmente sei arrivato Ziu Lilliu, voi mortali mi avete rubato la” scintilla primordiale”, prendendovi il potere del fuoco e indebolendomi. Ve la farò pagare a tutti, a cominciare da te, Ziu Lilliu! Ritieniti fortunato perché oggi sono di buon umore. Ti farò superare delle prove per divertirmi, tanto so che non le supererai mai. – Così il fuoco lo avvolse. La voce misteriosa disse:- Ziu Lilliu, non sei contento di avere avuto una vita così lunga? Sai, potevo intervenire facendo morire i tuoi cari . Ora, prendi un pugnale e, uccidi tua figlia! Egli, invece corse piangendo da lei, che non vedeva da anni e l’abbracciò. L’incappucciato incollerito disse:- Basta! non voglio vedere amore nel mio regno. La figura misteriosa rispose che doveva scegliere una stella tra tutte quelle della galassia. Se avesse scelto quella prefissata avrebbe superato la prova, diversamente sarebbe andato a far parte del mosaico dei corpi, sul muro della galleria di ghiaccio. Lo portò nell’immensa galassia e lo fece sedere su un piccolo asteroide davanti a milioni di stelle e disse:-Puoi cominciare, ho scelto la mia stella. - Ziu Lilliu, sfruttando un insegnamento del padre guardò dov’era indirizzato lo sguardo della persona misteriosa e disse: - Hai scelto la stella che si trova proprio davanti a te. Il signore misterioso gli rispose pieno di collera:- Va bene, hai indovinato! Hai superato anche questa prova, ma ora devi saltare delle punte di ferro e dei tubi infuocati, nuotare nell’acqua ghiacciata e masticare il ghiaccio fatto apparire dall’incappucciato. Ziu Lilliu, molto astuto, prima decise di tuffarsi nella vasca ghiacciata, dopo infreddolito, si mise a saltare gli ostacoli infuocati e, poi, accaldato bevette tutto il ghiaccio che l’incappucciato gli aveva preparato in un secchio, in un solo sorso. Chiese al signore misterioso se, dopo aver avuto tutto quel coraggio, avrebbe potuto rimandarlo alla festa. Egli infuriato con Ziu Lilliu, disse:- Stai forse dicendo, anzi provando a dirmi cosa devo fare? Ziu Lilliu mortificato non fece in tempo a dire:- Mi scusi-, che subito l’incappucciato gli disse arrabbiato:- Tu, non hai idea di chi, anzi con chi hai a che fare! All’improvviso, un sacco di strani omini, simili al signore infuriato, riempirono un grosso pentolone e lo accesero con tutta la legna possibile. L’intenzione era bruciarlo vivo oppure farlo cadere a poco a poco, se non avesse pronunciato correttamente queste parole: “Chicchita, Chicchita, no porta frochitta no porta cullera, Chicchita affruddiera”. Ziu Lilliu si mise a ridere, solo al pensiero che dovesse ripetere una canzoncina banalissima come quella in sardo! Il signore incappucciato si sentì ridicolizzato e umiliato; lo doveva aggiungere al mosaico di corpi, nelle cosiddette “Grotte di Pauli”. Solo a quel pensiero Ziu Lilliu rabbrividì e disse:- Voglio tornare nel mio mondo, ho capito “tui sese su Bugginu”! Cattivo, cattivo, voglio tornare dalla mia famiglia!- Il diavolo ad un certo punto disse:-Ti voglio dare la possibilità dei cinquanta calici. Lo bendò e gli fece annusare tutti i cinquanta tipi di vino. Successivamente mise un po’ di veleno in quarantanove calici e, dopo aver tolto la benda (a Ziu Lilliu) disse:- Ho messo il veleno in quarantanove calici, l’unico senza è il calice dove c’è del moscato! Se lo avesse trovato sarebbe stato liberato, diversamente , sarebbe rimasto prigioniero per il resto della sua vita. Prese quello sbagliato, ed il diavolo disse:-Mi dispiace molto, ma dovrai restare qui all’ Inferno per sempre. Ziu Lilliu corse via cercando di uscire da quel posto maledetto e il diavolo gli corse dietro, così dalla paura e dalla stanchezza, si svegliò. Gli amici lo chiamarono per la cena, così Ziu Lilliu mangiò tranquillo senza la presenza del diavolo. Il giorno dopo Ziu Marieddu(cugino di Ziu Lilliu) volle recarsi dalla borgata S.Sofia a Laconii. Andò dal cugino, vicino di zia Tattana e sua grande amica, in via “ de s’angione biancu e nieddu”. Dopo aver chiesto informazioni, a zia Tattana, andò a casa di Ziu Lilliu. Bussò ma non lo trovò , perché Ziu Lilliu era andato a cenare nel rione del suo falò. All’ improvviso vide suo cugino arrivare . C’ era molto freddo. Ziu Lilliu si accorse che c’ era qualcuno alla porta di casa. Guardando bene in faccia il curioso omino, posizionato davanti alla porta della sua umile dimora, capì che era suo cugino Marieddu. Quando fù veramente sicuro che fosse Ziu Marieddu, lo invitò a casa e gli chiese se rimaneva a dormire. Dopo la splendida notte di intenso riposo Marieddu decise di raccontare la sua avventura a Lilliu. Gli raccontò che nella borgata di Santa Sofia dove viveva, più precisamente a su Dominariu, si era svolta una fiera del cavallo. Ziu Marieddu che, non si perdeva mai quella fiera, come ogni anno, decise di andarci. Appena arrivato notò i recinti con i cavalli, i box, il percorso e varie bancarelle. Vedendo quel ben di Dio, ziu Marieddu corse a casa a prendere il portafogli, così avrebbe comprato qualche ricordo della fiera. Vendevano: selle , briglie, freni, capezza, collane e sotto-sella, poi in altre bancarelle, indumenti di velluto, pesci, caramelle e torrone. Oltre a ciò, c’ era “sa parada” , dove vendevano bibite fresche. Impegnò quasi completamente tutto ciò che aveva nelle bancarelle. Inoltre c’era la lotteria. I premi erano vari: un cavallo di razza pura, già domato, un equipaggiamento completo per un cavallo, un maialetto, infine una forma di formaggio di “ Liberau”,( un altro signore di Santa Sofia) che allevava pecore e capre. Ziu Marieddu pensava di non vincere nulla, vinse il cavallo e l’ equipaggiamento completo. Quando venne annunciata la gara, Ziu Marieddu decise di partecipare col cavallo che aveva vinto ( chiamato Scheggia), con lui arrivò secondo. Se ne andò e si addormentò profondamente. L’ indomani gli venne voglia di scoprire qualcosa in più su Santa Sofia e scoprì che nelle remote campagne di questo piccolo paesino si trovavano i muraglioni e poi anche “is casteddoso”, che erano delle grandi rocce affascinanti, decise di visitarle. Col suo gran coraggio decise di salire sulla pietra dove gli si stagliava davanti un bellissimo panorama col Flumendosa. In lontananza c’era una maestosa costruzione in pietra e una cascata! Il giorno dopo prese Scheggia, rimase colpito da un’altura composta da grandi e altissime pietre che in antichità ospitavano banditi che di notte agivano nei paesi. Andarono a Sant’Antonio. Cominciò a tuonare e a lampare . Corsero in gran fretta verso la Chiesetta e si accorsero che Satana li inseguiva con una spada infuocata. In chiesa il maligno si fermò e, tutte le statue e l’altare all’interno della Chiesa, si illuminarono. Il diavolo, accortosi che padre Peppineddu li aveva aiutati disse: Purezza del Cristo No!E cominciò a scappare verso il falò dal quale era uscito. Dopo decise di andare a Santa Sofia, chiese informazioni a Zia Tattana, una vecchia centenaria che abitava vicino a casa sua. Decise di comprare: campanelle e del vino per il tragitto da Ziu Barore, che gli diede il migliore che aveva in cantina, detto “Sa Stiddiosa”. La mattina seguente diede da mangiare agli animali acquistati da Ziu Buttiu. Alle “16,15”, andò a prendere la Madonna da trasportare fino alla chiesetta di Santa Sofia. Scaricarono la Madonna, la portarono a piedi fino alla chiesetta dove c’era un rinfresco. Il giorno dopo, andò a “Sa Staria”, locale situato nei pressi di un importante incrocio per la transumanza del bestiame, che negli inverni freddi, le greggi e le mandrie scendevano dalle montagne nel Campidano. Lì avrebbe sicuramente trovato un alloggio e qualcosa da mangiare. Gli portarono “Su succu”, il capretto e un maialetto arrosto. Chiacchierò un po’ col proprietario, poi tornò a casa soddisfatto, ripensando al trascorso in quei giorni di feste. Dopo aver raccontato la sua avventura a Ziu Lilliu, questi rispose:- La tua avventura è stata molto più divertente della mia, perché al contrario, la mia, era un incubo. Dopo queste meravigliose storie, i due cugini decisero di fare una passeggiata. Mentre camminavano Ziu Lilliu decise di recitare delle filastrocche insieme a tutti gli altri anziani del paese per ricordare il loro passato. Fecero una festa, così Ziu Lilliu si dimenticò del suo incubo.
Istituto comprensivo di Laconi
Scuola secondaria di primo grado sede Laconi
Classe I e II a.s. 2012-2013
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