Un'avventura inaspettata

Masullas 15 settembre 2009
UFF...la tortura era ricominciata.
Dopo un'estate passata al mare a giocare con i miei amici e a non fare i compiti, ecco che la scuola riapriva i battenti. C'eravamo tutti e 22. Le femmine stavano intorno a Marta che tutta contenta raccontava quello che le era capitato durante l'estate. I maschi invece si raccontavano le vittorie collezionate durante i tornei di calcio. Ecco che entrò la prof. e iniziò a spiegare.
<<BLA...BLA...>> Non riuscivo a seguire cosa diceva perché alla finestra c'erano cose più interessanti da vedere e poi del resto avevo tutto un anno per studiare.

CampanelloFinalmente arrivarono le undici e trenta quando:<< DRIINN...!!!> la campanella suonò. FINE DELLA PRIMA GIORNATA DI SCUOLA. Noi eravamo tutti contentissimi perché come ci aveva promesso la prof, l'anno scorso, saremmo andati al bar in piazza San Leonardo a prendere un gelato. Dopo mezz'ora passata con il naso dentro il freezer prendemmo tutti lo stesso cornetto. La prof. ci propose :<<Perché non andiamo a mangiarlo fuori nella piazza qui davanti? Attenti però perché stanno facendo dei lavori>>. Marco esclamò <<Essu... gia è poco grande! Di chi è quella casa?>> Michela che era di Masullas gli spiegò che era un edificio del Comune e la prof. aggiunse <<Quest'edificio in passato è stato: sede del municipio, tappa di insinuazione nel periodo sabaudo e sede di curia baronale durante la dominazione spagnola. Sapete sotto c'erano le carceri...>>

Non terminò la frase che sentimmo un urlo.

Federico era caduto in un fosso. Quello era un posto chiuso ai non addetti ai lavori ma da lui bisognava aspettarselo. Subito la prof. si attivò per soccorrerlo. Tutti noi l'avevamo seguita ridendo ma lei ci impose il silenzio. Il fosso era profondo ma si poteva ancora vedere Federico. Lui incominciò ad urlare e ad agitarsi quando la prof. gli chiese:<<Ti sei fatto male? Come stai?>> e lui rispose :<<Sto bene anche se mi sono buttato il gelato sopra>>.

Noi ridendo esclamammo <<Ti importa più del gelato che della tua salute?>> Federico un po'irritato disse:<<VOLETE AIUTARMI!!?>> Qualcuno di noi andò a chiamare Giando, il barista, e con una corda lo tirammo su e continuammo a ridere e scherzare.

 

Federico

 

18 Settembre 2009
ore 11.00 ora di storia
<<Ragazzi oggi facciamo un po' di ripasso. Sabrina vieni alla cattedra>>.
Lei si alzò pronta ad esporre la sua parte. Si era occupata del periodo in cui Masullas entrò a far parte della curatoria di Parte Montis e, poiché l'argomento mi interessava, ero pronto ad ascoltarla. Sabrina iniziò: <<Nel periodo giudicale il villaggio di Masullas faceva parte della curatoria di Parte Montis, che apparteneva al giudicato di Arborea. Caduto il giudicato arborense, Masullas fu amministrata direttamente dalla Corona d’Aragona e in epoca spagnola fece parte della contea di Quirra, quindi era un feudo>>. <<Bene. Se ti ricordi ieri vi ho detto che l'edificio che si trova in piazza San Leonardo fu sede della curia baronale: cosa vuol dire?>> <<Le sedi delle curie baronali erano quei luoghi dove il feudatario amministrava la giustizia. Masullas era sede della curia baronale e quindi qui si trovava il giudice ordinario che aveva la funzione di giudicare le cause sia penali che civili>>.
<< DRIINN...!!!>> Ricreazione.
<< Sabrina vai, riprendiamo la prossima volta>>. Finalmente la merenda. L'argomento era interessante ma sentivo già un certo languorino.
Durante la ricreazione vidi Federico sbiancare e avvicinarsi a noi <<Ragazzi mi sa che ieri quando sono caduto ho perso il cellulare. Non è che stanotte qualcuno mi può accompagnare a prenderlo?>> Le ragazze lo snobbarono, noi maschi, invece, non potevamo lasciarci sfuggire un'avventura notturna e quindi ci saremmo andati. Il pomeriggio passò velocemente e in men che non si dica si erano fatte le dieci di sera.
Uscii e raggiunsi il luogo dell'appuntamento, c'eravamo tutti. Ci mettemmo subito alla ricerca del telefono ma era molto difficile. Non si vedeva molto perché l'unica luce che c'era era quella dei nostri cellulari. Non c'era nessun lampione che illuminasse quel fosso. Federico disse: <<Perché non andiamo dentro? Tanto c'é ancora la corda>>.
<<Buona idea. Tu, Andrea, resta qui su a tenere la corda e se viene qualcuno fai partire la suoneria del cellulare così noi usciamo>> disse Fede.
Dentro c'era molto freddo, la terra era umida e si scivolava. Almeno una volta cademmo tutti tranne Manuel che ci prendeva in giro. Alex provò a far squillare il cellulare di Federico ma partì la segreteria. Dopo un po' sentimmo della musica, dovevamo tornare su. Eravamo quasi fuori quando Andrea ci disse:<<Scusate, mi è partita la canzone>>.
Tornammo giù e dopo aver cercato per un bel po' ritrovammo il cellulare. Si era spento perché era scarico. Stavamo per tornare indietro quando Manuel cadde, noi ci mettemmo a ridere, ma ci accorgemmo che si era fatto male perché nel tentativo di reggersi a qualcosa si era smossa una pietra che gli era caduta sul piede. Edoardo puntò il cellulare e fece un balzo <<AH.!!>>. Davanti a noi c'era un teschio non proprio sorridente. Il più coraggioso, cioè io, lo prese in mano ed era impressionante. Puntammo il fascio di luce e un oggetto metallico attirò la nostra attenzione. Era una scatola di latta. Samuele la prese e mentre stavamo salendo Manuel rinciampò e noi tutti ridemmo. Decidemmo che Roberto avrebbe tenuto la scatola e l'indomani avremmo pensato a cosa fare.

19 Settembre 2009
L'indomani arrivai in ritardo, cercai Roberto con lo sguardo ma non potevo chiedergli nulla: era troppo lontano. Dovevo aspettare la ricreazione.
Appena squillò la campana mi avvicinai e con me tutta la classe. Qualcuno doveva aver raccontato la storia anche alle ragazze.
<< Ragazzi, l'ho aperta, ero troppo curioso, dentro ci sono dei fogli vecchi. Penso che siano delle lettere. Se oggi pomeriggio andiamo in biblioteca le leggiamo>>.
<<Se è di pomeriggio veniamo anche noi ragazze>> disse Greta e le altre annuirono.
Alle 15.30 eravamo tutti là.
Roberto con fare misterioso aprì la scatola e subito si sentì un odoro di carta vecchia.
Dentro c'erano due lettere.
Carmelo prese la prima, si schiarì la voce e iniziò a leggere.

 Lettera1

 

Lettera seconda parte

 

Quando Carmelo finì di leggere le ragazze avevano gli occhi lucidi. Sicuramente pensavano a quel padre che non avrebbe più rivisto il figlio. Non fecero in tempo a riprendersi che Claudio inizio a leggere la lettera alla moglie.

 Lettera3

 

Al termine della lettura alcune cose ci incuriosivano. Sicuramente si trattava di un uomo vissuto alla fine del Settecento che si trovava nelle carceri di Masullas in attesa del processo. Chissà da dove veniva. Però si parlava di un terreno, da lì potevamo risalire alla provenienza.
Inoltre parlava di alcune cose che noi non conoscevamo. Cos'erano: il murzo, la roadia e il monte granatico? I baracelli chi erano? E il 28 aprile del 1794 cos'era successo? Ci mancavano degli elementi. Dovevamo chiedere a qualcuno. Giorgia suggerì di chiedere a suo nonno, lui era un contadino e sicuramente alcune cose le sapeva.
Decidemmo di andarci l'indomani ormai era tardi.
20 Settembre 2009
Ore 15.00 appuntamento in campagna nella casa del nonno di Giorgia. C'eravamo tutti, lui ci aspettava molto ansioso, ci fece accomodare nel giardino, sapeva che dovevamo fare una ricerca sulla vita in campagna perché Giorgia gli aveva già accennato qualcosa. Mica potevamo parlargli della nostra scoperta. Siccome nessuno parlava il nonno disse:<<Mi ha detto Giorgia che vi serve aiuto per una ricerca. Ditemi pure>>. Nicola chiese:<<Che cos'è Sa serra e sa mendua?>> lui subito rispose <<E' un campo che si trova tra Masullas e Siris. Il proprietario è Franciscu Orrù. Ma perché vi interessa questo campo?>>. Tutti noi ci guardammo: quindi il nostro uomo era di Masullas. Fabrizio prontamente rispose:<< Perché abbiamo trovato il nome di questo campo in un documento storico e volevamo sapere a chi apparteneva nel '700>> lui rispose:<<Purtroppo queste cose non le so>>. Noi molto dispiaciuti pensammo a un'altra domanda. Fede subito chiese:<<Che cos'era il murzo?>> e lui <<Il murzo era pasto che si consumava in campagna verso metà mattina, solitamente del pane con pomodoro o cipolla. In primavera si mangiavano anche: i cardi selvatici su gureu e sa cuguzzua. Per chi se lo poteva permettere anche del formaggio: anche su casu marzu, quello con i vermi>>.
Giulia esclamò <<Phuu!! Che schifo!>> Tutti la guardammo male. Allora per continuare l'intervista Marika chiese:<<Chi erano i barracelli?>> lui rispose: <<Chi sono? I barracelli sono i guardiani dei campi, controllano i terreni e i proprietari li pagano per questo servizio. E' una figura molto antica c'erano già durante la dominazione spagnola>>. In seguito Marica gli fece altre domande e scoprimmo che la roadia era legata al periodo del feudalesimo, che in Sardegna durò per lungo tempo, e consistevano in alcune giornate di lavoro gratuito per conto del signore. I Monti granatici, invece, erano dei magazzini granari con la funzione di garantire le scorte per la semina e assicurare il prestito in grano per far fronte alle necessità di un calo della produzione annuale o delle carestie, ma soprattutto per assicurare ai contadini poveri il grano della semina. Del 28 aprile non sapeva dirci nulla. Pensavamo di andarcene ma il nonno
aveva molta voglia di parlare e ci trattenne. Così imparai che nei tempi antichi la maggior parte delle persone lavoravano nei campi perché era l'unico lavoro disponibile. Solitamente in campagna andava tutta la famiglia. I figli più piccoli quelli che non erano ancora in grado di camminare venivano portati con delle fasce intorno al petto della mamma e quelli più grandi aiutavano nei campi. In campagna si restava sino a tardi e si rientrava al tramonto e per cena si mangiava la minestra burda.
Passammo un bel pomeriggio ci offrì la merenda e per un momento non pensammo al "signor Antioco" e la sua famiglia.
Per il 28 aprile 1794 c'era tempo, sicuramente a breve l'avremmo dovuto studiare.

 

Istituto comprensivo di Mogoro

Scuola secondaria di primo grado sede Masullas

Classe II a.s. 2012-2013

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