10 novembre 2013
Domenica 10 novembre 2013 alle ore 17,30 in Piazza Costituzione appuntamento con la Confraternita di Don Piriciolu. La Confraternita in occasione della prima gara del "piriciolu" sarà lieta di offrire (s’’espru de santu martinu) "cavuru e casu" (sino ad esaurimento) degustando, votando e “criticando” su piriciolu preparato e offerto da vinificatori locali. Sempre intonando "is coggius de don piriciolu" Ora che la vinificazione non è più un arte ma una scienza … Ora che i vini vengono costruiti a tavolino … Ora che non vi è più differenza da una bottiglia all’altra ... Ora che tutto il vino commercializzato è pastorizzato … Ora che nessuno sopporta più il sapore del vino fatto in casa (est foti, est spuntu, est custu est cussu)… La Confraternita Don Piriciolu detta i canoni della nuova degustazione. "Su piriciolu" può essere visto come uno dei simboli della povertà, che ha caratterizzato la cultura contadina, da cui proveniamo e, di cui tanto ci vergogniamo. O anche un simbolo di contraffazione e di “falsità”; essendo in effetti un vino sofisticato. O può essere anche visto come simbolo di sopruso; essendo il vino che i "is meris" davano a "is serbidoris" poiché questi non erano ritenuti meritori di bere un vino fatto di sola uva. "Su piriciolu" è il simbolo (e bandiera) di quei gusti e sapori che la globalizzazione e la massificazione cercano di far sparire e che, invece, danno specificità alle culture. Da lunghi sproloqui e inconcludenti dibattiti la confraternita ha fissato una volta per tutte la ricetta de "su piriciolu": 25% uva macinata 25% mosto 50% acqua di pozzo Il tutto messo in un tino e, coperto con un telo perché non prenda aria. Rimestare quotidianamente per 3 giorni consecutivi, trascorsi i quali va torchiato e messo a fermentare in una barrique. Tre settimane e va bevuto. LUDIBRIUM FICTITIA FRATERNITATIS DON PIRICIOLU
© GalMarmilla