18 aprile 2014
Il progetto Arte52 persegue con costanza e impegno il proprio obiettivo: offrire la possibilità di conoscere, a chiunque ne abbia il desiderio e la curiosità, l’alta qualità della produzione artistica sarda contemporanea. Le diverse esposizioni, della durata di un mese ciascuna e con una nuova inaugurazione ogni venerdì, esprimono gli aspetti e le tecniche più svariate del mondo dell’arte come si presenta oggi in Sardegna.
Il quattordicesimo appuntamento vede un “ritorno di fiamma” per un artista col quale il Consorzio Sa Corona Arrùbia, in passato, ebbe una collaborazione proficua ed appassionata: Angelo Liberati che nel 2003 inaugurò la Galleria degli Artisti Contemporanei del Museo con la mostra “Notizie dal Pianeta”.
L’inaugurazione della personale “Bianche di nuovo, in maggio, di voluttuosa dolcezza” si terràvenerdì 18 aprile alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu”, l’esposizione si potrà visitare fino al 18 maggio 2014.
La sua passione, il suo coinvolgimento intellettuale e umano, emergono prepotenti attraverso il magistrale dominio delle diverse tecniche artistiche, utilizzate su legno, tela, cartone, cartoncino, lastre metalliche, forex e medium density. Guerra, morte, eros, cinema, canzoni, poesia e Arte, questa è l’essenza della vita cantata da Angelo Liberati.
L’Opera di Liberati affonda le sue radici nella giovanile ammirazione per Renato Guttuso e si evolve nutrendosi del fervido dibattito artistico che si svolgeva nelle Gallerie d’Arte romane, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, cui si aggiunge la meditazione profonda sulla contemporanea produzione artistica: dal realismo di Silvio Benedetto alla riflessione esistenzialista di Renzo Vespignani, dalla spiritualità di Mark Rothko alla sperimentazione polimaterica del New Dada di Robert Rauschenberg, dalla Pop Art alla poetica dell’affichages e del décollage del Nouveau Réalisme di Mimmo Rotella.
Questa mostra è una summa della Sua poetica, offre al visitatore la preziosa occasione di dare all’anima un angolo di pace dove la poesia e la bellezza delle immagini sono protagoniste.
Il percorso prende l’avvio con le diciassette carte del Cantico dei Cantici, il Cantico sublime. Poema per eccellenza, sacro per Ebrei e Cristiani, inusuale nella sua provocante ed erotica sensualità, sublimato, dalla speculazione filosofica e teologica cristiana, a metafora dell’Amore divino, della Chiesa, della purezza dell’amore di Maria per il Figlio. Nella rilettura del Maestro la citazione scritta si fonde con la delicatezza dei colori, con la carnalità che non tradisce la poesia, con la corposità dei fiori e dei frutti che portano con sé la colta e oscura simbologia dell’Arte medioevale e moderna.
L’omaggio alla Poesia continua con le tredici grafiche ispirate ai carmi di Catullo e con le tempere, matite e pastelli su carta dedicati a T.S. Eliot, Garcia Lorca, Eugenio Montale, Giordano Bruno.
Silvia Ledda – Critico d’Arte
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