04 aprile 2014

Lunamatrona I 7 vizi capitali mostra Personale di Davide Pilia

Prosegue la collaborazione di successo con “sARTegna contemporanea” che propone, per questo nuovo appuntamento con Arte52, la personale di Davide Pilia curata da Giovanni Corbia. L’esposizione propone una serie di gigantografie inedite, stampate a Roma con tecniche speciali ad altissima risoluzione, incentrate su diversi soggetti, ma soprattutto sul tema che dà il nome alla mostra e che reinterpreta, in chiave contemporanea, i sette vizi capitali. Si tratta di opere simbolo, a metà strada tra la fotografia e la pittura, che trattano il tema dei vizi quali abitudini dannose, ai quali l'uomo di tutti tempi, compreso quello contemporaneo, si abbandona in quanto essere imperfetto. Il primo a delineare i sette vizi capitali fu Tommaso d'Aquino il quale li definì tali perché essi ne originano altri e quindi, chi si macchia di queste colpe, difficilmente riesce poi a fermarsi e fare ammenda. Aristotele invece li definì "gli abiti del male". Secondo il filosofo, i vizi deriverebbero dalla ripetizione di azioni che creano nel soggetto che le compie una sorta di abito che lo inclina verso una direzione o delle abitudini. Poiché derivano dai vizi non possono essere promotrici di una crescita interiore e spirituale, ma vere e proprie malattie dello spirito. L’inaugurazione della personale “I sette vizi capitali” si terrà venerdì 04 aprile alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio “ G. Pusceddu”, l’esposizione si potrà visitare fino al 04 maggio 2014. Al vernissage si accompagnerà il finissage della personale “Serendipità” di Francesco Cubeddu. Nelle immagini dei sette vizi capitali il liquido rappresenta l’uomo ( in quanto l’uomo è composto dal 70% di acqua).Questo liquido persistente nel suo attaccamento, è tetro e scuro in rappresentanza dei lati più oscuri ed in ombra dell’uomo. Il liquido scorre sul vizio come per abbracciarlo, colando denso, avido di materia. E l’uomo si abbandona all’illusione di possesso ciò che in realtà lo possiede poiché nella sua fluidità non riesce mai a fissarsi sull’oggetto.

© GalMarmilla