29 novembre 2011

Museo d'arte in una casa dell'Ottocento

COLLINAS. Apertura

Un ponte fra l'università di San Paolo ed il neonato museo d'arte contemporanea di Collinas con l'obiettivo di creare un filo diretto fra artisti italiani e sudamericani. Il primo appuntamento ieri nel Medio Campidano, con l'arrivo nell'isola della docente responsabile del dipartimento di Estetica, la brasiliana Elza Ajzenberg, per incontrare i sindaci di Collinas, Sardara ed il presidente del Gal Marmilla. Visite tecniche e tre giornate informative e conoscitive per una panoramica sulle ricchezze artigianali, artistiche, archeologiche e antropiche locali. «Nell'anno in cui», spiega la prof Ajzenberg, «il Brasile rafforza il rapporto culturale con l'Italia, organizzando una serie di eventi, abbiamo voluto inserire nel ricco calendario il progetto Invisible 9 che si sviluppa in parte in Italia ed in parte in Brasile».

L'iniziativa, nata nel 2010 in occasione della biennale d'arte di Firenze, ha mosso i primi passi a Collinas con l'inaugurazione di un museo di arte contemporanea, in collaborazione con una realtà già consolidata in Colombia. La sede è una vecchia casa campidanese dell'800, che da una parte si affaccia sul mercato dei fiori e dall'altra guarda Casa Garau, residenza che fa convivere una discoteca anni 70, con colonne istoriate echeggianti i cavalieri di Malta, opere archeologiche e pitture medioevali. Direttore della struttura è Bianca Laura Petretto. «Il museo di Collinas», sottolinea l'artista, «non è un luogo di esposizione statica, è concepito come un luogo dinamico e di dialogo. Una galleria d'arte, fucina artistica con strumenti innovativi di dialettica e di politica culturale. Ambienti dove agli ospiti è permesso l'incontro ed il confronto con l'autore, anche stando seduti e gustando una tazza di tè».

Spiega che la scelta del luogo è stata cercata e programmata. «A parte il legame affettivo che mi lega a questo paesino, dove sono cresciuta con mio padre, allora maresciallo della locale stazione dei carabinieri, il territorio è ricco di siti archeologici, a due passi dalle terme di Santa Mariaquas, del consorzio turistico di Sa Corona Arrubia».

Santina Ravì

© GalMarmilla